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Il tremore essenziale (TE) è il più comune fra i disturbi del movimento. E’ conosciuto anche come tremore essenziale benigno, tremore familiare o tremore ereditario. Il termine benigno si riferisce al fatto che, a differenza della malattia di Parkinson, non si associa ad altri sintomi, quali la rigidità e il rallentamento motorio, e non comporta una riduzione dell’aspettativa di vita. Tuttavia, nei casi più gravi il tremore è altamente invalidante, pertanto l’utilizzo di tale termine andrebbe evitato in quanto i pazienti lo trovano inappropriato rispetto alla loro condizione.
I pazienti con TE possono presentare un tremore molto severo a livello degli arti superiori, del capo, della voce o di altre regioni corporee. Tale patologia inizia solitamente in età adulta e può peggiorare lentamente con l’età. Il tremore è tipicamente evidenziabile mantenendo gli arti superiori protesi in avanti o durante l’esecuzione di movimenti comuni, ad esempio prendere una tazzina, usare le posate o scrivere. Al contrario del tremore presente nella malattia di Parkinson, il tremore solitamente si interrompe quando gli arti sono completamente rilassati, ad esempio come quando vengono appoggiati su un piano. Spesso lo stress può peggiorare temporaneamente il tremore.
La causa del TE è sconosciuta, tuttavia più della metà dei pazienti presenta un altro membro della famiglia con tremore e ciò avvalora l’ipotesi di un’origine genetica. Nei pazienti con storia familiare di TE, i sintomi tendono a svilupparsi ad un età più precoce. La Risonanza Magnetica encefalica di solito è normale. Non esiste un test diagnostico specifico e la diagnosi è clinica. Vanno escluse comunque cause secondarie di tremore, come l’ipertiroidismo, l’alcolismo, abuso di caffeina, sovradosaggio di sali di Litio, ecc. Infine il tremore può essere peggiorato dall’assunzione di farmaci, quali i beta-stimolanti che vengono usati per le loro proprietà broncodilatatrici nelle persone con malattia bronco-polmonare cronica ostruttiva.
Esistono alcuni possibili trattamenti efficaci nel ridurre il tremore, pur non essendo ad oggi disponibile una cura. L’utilizzo di utensili rinforzati, o addirittura di pesi applicati al polso può essere d’aiuto in alcuni casi. Alcuni pazienti possono beneficiare della terapia farmacologica. I farmaci vengono solitamente impiegati procedendo per tentativi. Alcuni farmaci sono più efficaci di altri, ma ciò varia nei singoli pazienti. I farmaci utilizzati più frequentemente sono i beta-bloccanti, alcuni antiepilettici, anche di vecchia generazione, e le benzodiazepine. Nelle forme più invalidanti si può ricorrere all’intervento chirurgico come la Stimolazione Cerebrale Profonda o la Talamotomia, procedure praticabili solo in pochi centri italiani e solo dopo attenta valutazione.
In parte tratto dalla versione italiana di International Parkinson and Moviment Disorder.