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I disturbi del sonno interessano circa il 30% della popolazione e spesso non sono riportati al medico di famiglia e quindi non vengono diagnosticati e curati adeguatamente con tutte le conseguenze che pertanto comportano. Basti solo Pensare che l’eccessiva sonnolenza diurna, spesso unica manifestazione di un disturbo del sonno, è una tra le principali cause di incidenti automobilistici e lavorativi gravi.
Sebbene il sonno rappresenti un terzo della nostra vita, fino a qualche decennio fa poco si sapeva dei suoi meccanismi e della sua funzione. Con l’avanzamento tecnologico e della ricerca scientifica molto si è capito del sonno negli ultimi anni e in parte è possibile rispondere in qualche modo alle domande che da sempre l’uomo si è posto nel corso dei secoli sul significato del sonno e della sua funzione. Negli ultimi decenni c’è stato tuttavia un crescente interesse della comunità scientifica nei confronti delle problematiche del sonno che ha portato alla nascita della Medicina del Sonno. A questa nuova disciplina si accede mediante un percorso molto lungo e complesso e che vede collaborare fianco a fianco diversi specialisti in quanto molte delle patologie trattate prevedono una collaborazione multidisciplinare. Per maggiori informazioni vedi anche: http://www.sonnoao.it
Infatti, la Sindrome delle Apnee da Sonno (OSA), un disordine molto diffuso, che interessa il 4% dei maschi e il 2% delle donne, per circa il 50% non diagnosticata e quindi non trattata, vede fianco a fianco pneumologi, neurologi, otorini, pediatri e odontoiatri. Questa malattia, che è ulteriormente aumentata di frequenza negli ultimi anni, in considerazione dell’aumento dell’obesità, una condizione spesso associata, se non trattata è tra le cause più frequenti di infarto miocardico, insufficienza respiratoria, aritmie cardiache, fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca, ipertensione arteriosa, diabete mellito e ictus cerebrale. L’eccessiva sonnolenza diurna e l’astenia che comporta sono le principali cause di incidenti automobilistici e lavorativi nonché causa di di riduzione della memoria, depressione, ansia, aggressività e scarso rendimento a scuola. L’OSA se riconosciuta può essere trattata con una maschera (CPAP) a flusso d’aria, che indossata durante il sonno notturno può portare già dal primo giorno al miglioramento sia della sonnolenza. Medicina del sonno e disturbi correlati. Non solo il sonno è necessario per la sopravvivenza, ma un’alterazione della sua organizzazione può avere importanti conseguenze sullo stato di salute. Numerose sono le patologie legate al sonno ma per la maggior parte restano poco sconosciute. Sono circa 80 i disturbi del sonno che l’ultima classificazione del 2014 ha raggruppato in 8 categorie. A parte l’insonnia cronica, il disturbo del sonno più frequente, dal 10 al 20% della popolazione generale, numerose sono le altre malattie di cui si occupa la Medicina del Sonno. e tra queste: le Alterazioni del ritmo sonno-veglia molto diffuse, soprattutto nelle persone che svolgono lavori che prevedono turni di notte, ma non solo, come per esempio le persone affette da demenza che presentano spesso insonnia e agitazione a causa di un ritmo sonno-veglia irregolare; la sindrome del jet-lag, un disturbo del sonno che si instaura in chi viaggia quando si superano 2-3 meridiani o la sindrome da cambiamento dell’ora legale. la Sindrome delle gambe senza risposo, una condizione che interessa il 7% della popolazione e che comporta difficoltà a prendere sonno in quanto chi ne è affetto presenta una sensazione di fastidio alle gambe che si attenua soltanto col movimento delle stesse. Questi movimenti delle gambe, isolati o periodici, comportano una notevole frammentazione del sonno con la comparsa di un’eccessiva sonnolenza diurna.
Il disturbo comportamentale del sonno REM, una condizione che può essere presente anni prima che si manifesti la malattia di Parkinson o la Demenza a Corpi di Lewy, la forma più frequente di demenza degenerativa dopo l’Alzheimer. E’ importante riconoscere questa malattia in quanto chi ne è affetto, interagendo con i suoi sogni, spesso a contenuto minaccioso, può riportare gravi traumatismi non solo per sé ma anche per il partner.
Le Parasonnie. Traumatismi che possono verificarsi anche per i disturbi del risveglio, condizioni molto frequenti nell’infanzia e che allarmano spesso i genitori, di cui il più frequente è il sonnambulismo: un risveglio confusionale con automatismi motori caratterizzati dal camminare senza consapevolezza in situazioni pericolose come scendere le scale o scavalcare finestre o balconi.
La Narcolessia, un’altra condizione, soprattutto ad esordio nell’infanzia, per fortuna piuttosto rara, circa lo 0.02-0-05% della popolazione, ma che se non riconosciuta e trattata può comportare grave disagio psicologico e conseguenze gravi sull’apprendimento. Si tratta di una malattia che comporta un’eccessiva sonnolenza diurna, con attacchi irresistibili di sonno, associata o meno a cadute a terra (attacchi cataplettici) per risoluzione del tono muscolare in corso di forti emozioni. Le forme parziali interessano soprattutto il volto e pertanto ancora di più difficile diagnosi. Ad oggi sono disponibili nuovi farmaci molto efficaci sia per il controllo degli attacchi di sonno che per la cataplessia; Insonnia. Nuovi farmaci, diversi dagli psicofarmaci, e quindi con meccanismo d’azione diverso dalle benzodiazepine classiche, sono ad oggi disponibili per il trattamento dell’insonnia, disturbo molto frequente dopo i 60 anni e soprattutto nelle donne. La disponibilità di actigrafi, strumenti sempre più sofisticati, che registrano il movimento e quindi la qualità e la durata del sonno, consentono di capire dove intervenire per ripristinare un normale ciclo sonno-veglia. Molto efficaci al riguardo la luce terapia, la melatonina e la terapia comportamentale. Terapia comportamentale per la cura dei disturbi del sonno. Spesso chi si lamenta d’insonnia è convinto un buon sonno deve essere di almeno 8 ore. La durata del sonno si riduce nelle persone anziane l’ora di addormentamento tende ad essere sempre più anticipato, per cui si svegliano precocemente durante le prime ore del mattino. Molti inoltre fanno il sonnellino pomeridiano e altri si addormentano dopo cena guardando alla televisione. La terapia comportamentale e il rispetto delle norme igieniche del ciclo sonno-veglia sono il trattamento più efficace per la cura dell’insonnia.
Numerosi sono gli strumenti che il medico ha a disposizione per giungere alla conferma di un sospetto clinico di disturbo del sonno. Innanzitutto, l’anamnesi. La storia del paziente è molto importante, come anche quella familiare.Lo stesso dicasi per l’età, il sesso, l’indice di massa corporea, fumo, assunzione di farmaci, sostanze nervine, cronotipo, attività lavorativa, luogo di residenza. Prima di sottoporsi ad una visita per sospetto disturbo del sonno è importante fornire al medico alcune informazioni sulle abitudini del sonno. Si trovano su internet molti diari abbastanza completi. Comunque è importante raccogliere nelle ultime settimane i seguenti dati: a che ora si va a letto, a che ora si spegne la luce, l’ora in cui ci si addormenta, ora del risveglio, durata di permanenza a letto, eventuale presenza di russamento o pause respiratorie o movimenti degli arti durante il sonno notate dal partner o da un familiare, numero di risvegli, attività svolte prima di andare a letto, ora e tipologia della cena, eventuale attività fisica svolta nel pomeriggio o di sera. Riferire di eventuale sonnolenza eccessiva durante il giorno, episodi di addormentamento improvvisi e circostanze, irritabilità, nervosismo, depressione del tono dell’umore.
In base ai dati raccolti e al tipo di sospetto diagnostico si procede con un’eventuale valutazione strumentale. Nel caso di disturbi del ritmo sonno-veglia o di movimenti durante il sonno, oltre al diario, è molto utile un’actigrafia di almeno 1-2 settimane. In caso di russamento o di pause respiratorie durante il sonno, trova indicazione la poligrafia cardio-respiratoria domiciliare. Invece in caso di narcolessia o disturbo comportamentale in corso di sonno REM, può essere utile la polisonnografia. Per ulteriori informazioni sulla diagnostica strumentale si prega di consultare in questo sito anche la sezione “Prestazioni Strumentali”.