-
Indirizzo: Regione Borgnalle 10/B (Ao)
-
Telefono: 345 6088410
- E-mail: info@neurocentervda.it
La cefalea o mal di testa è un disturbo molto frequente nella popolazione generale. Quasi tutti prima o poi andremo incontro ad un attacco di cefalea. Si stima che in Italia circa dieci milioni di persone siano affette da emicrania e in 3 casi su 1 si tratta di donne. Questa rappresenta, secondo l’OMS, anche una tra le principali cause di disabilità. Esistono circa 200 tipi di cefalee e nevralgie facciali e tra queste quelle più frequenti sono le cosiddette forme primarie, cioè quelle che non riconoscono nessuna causa nota se non la predisposizione genetica a soffrirne. E’ importante tuttavia riconoscere le cefalee secondarie in quanto se non diagnosticate e tratta immediatamente possono comportare dei seri pericoli per la vita, come nel caso della cefalea da emorragia cerebrale o da meningite.
Le principali forme di cefalea primaria sono l’emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo. Per far diagnosi certa di emicrania devono essere soddisfatti alcuni criteri previsti dalla Classificazione Internazionale dei Disordini Cefalalgici redatta dalla Società Internazionale delle Cefalee.
In sostanza per l’emicrania sono previsti almeno 5 attacchi della durata compresa tra le 4 e le 72 ore, di dolore pulsante di intensità media o forte. Spesso, ma non necessariamente, unilaterale, associato a vomito, foto o fonofobia, e limitante le attività quotidiane e lavorative.Il numero di attacchi passa a 2 in caso di emicrania con aura. Questa consiste in un disturbo neurologico transitorio, che spesso interessa la vista o le aree cerebrali del linguaggio o della sensibilità, della durata di solito di circa 20 minuti che scompare con l’inizio del dolore.
La cefalea tensiva invece è caratterizzata da un dolore gravativo di intensità lieve o moderata, che spesso interessa a fascia o a cerchio tutta la testa o la regione frontale. Non comporta di solito la presenza di vomito e non limita le attività lavorative e quotidiane, tranne che nei casi più gravi. In alcune persone i due disturbi possono coesistere.La classificazione prevede quasi per tutte le forme di cefalee primarie anche le forme croniche, allorquando la frequenza supera i dieci attacchi mensili negli ultimi 3 mesi.
La cefalea a grappolo, per fortuna molto rara, interessa prevalentemente gli uomini-. Si tratta in questo caso di un dolore molto intenso che interessa la regione fronto-orbiataria di un lato, della durata di circa 2 ore, spesso ad insorgenza ad orari fissi, di sera prima di andare a letto o al mattino presto. Il dolore si accompagna a lacrimazione e rossore dell’occhio e a rinorrea o gonfiore della palpebra. La persona durante l’attacco è molto agitata, a differenza di chi soffre di emicrania che preferisce starsene a letto immobile e al buio e in silenzio.
Quanto descritto si riferisce a persone adulte. Il mal di testa nell’età evolutiva assume caratteristiche completamente diverse che vanno indagate da persone esperte. La diagnosi di emicrania si basa essenzialmente sulla storia clinica e sull’esame neurologico. In alcuni casi sono necessari accertamenti quali la Risonanza Magnetica Encefalica, con mezzo di contrasto, l’EEG e le consulenze dell’Oculista o dell’Otorino.
La terapia dell’emicrania comprende il trattamento dell’attacco acuto e la profilassi. I farmaci più frequentemente utilizzati per la fase acuta sono i triptani o gli antidolorifici comuni assunti subito all’inizio della crisi e in caso di vomito per via sub-linguale o intramuscolare. Di una certa efficacia anche il paracetamolo da solo o in associazione con caffeina. Attualmente per la profilassi si utilizzano farmaci che sono stati commercializzati per la cura di altre malattie e che successivamente si sono dimostrati efficaci anche per la profilassi dell’emicrania, pertanto il loro utilizzo è off-label e richiede il consenso informato del paziente. Si tratta di alcuni betabloccanti, anticomiziali e antidepressivi, questi ultimi anche in caso di cefalea tensiva. Recentemente cominciano ad essere commercializzati alcuni anticorpi monoclonali contro il CGRP, un neuromediatore all’origine dell’attacco di emicrania. Sono utilizzati mensilmente per via intramuscolare e la loro efficacia sembra molto alta. Da pochi mesi sono in commercio le formulazioni orali.
Diverso è il caso della cefalea a grappolo. In questo caso il Sumatriptan per via sottocutanea è il farmaco di scelta per l’attacco acuto. Anche l’ossigeno ad alta concentrazione è efficace per stroncare l’attacco. Mentre per la profilassi si usano con buona efficacia alcuni calcio-antagonisti, i sali di litio o il cortisone per bocca in caso di inefficacia o nell’attesa che gli altri due comincino a funzionare.
Molto valide anche i trattamenti non farmacologici. In primis gli stimolatori magnetici di facile impiego o quelli del nervo vago. L’agopuntura, tra tutti i trattamenti non farmacologici, è quella che ha il più alto numero di prove di efficacia. Di una certa utilità anche la terapia cognitivo-comportamentale e il bio-feedback.
Una recente revisione sistematica della letteratura, nel contesto di una Cochrane Collaboration, ha evidenziato che il trattamento con agopuntura, associato alla terapia sintomatica, riduce in modo significativo il numero di attacchi di cefalea, mentre da sola ha un’efficacia sovrapponibile ai farmaci abitualmente utilizzati per la profilassi dell’emicrania episodica.
L’agopuntura è una terapia nata in Cina più di 2000 anni fa, che utilizza degli aghi sottili inseriti in punti particolari della cute. E’ riconosciuta dall’OMS come cura efficace del vomito in corso di chemioterapia ed è utilizzata attualmente in molti paesi e nella maggior parte dei Centri Cefalee italiani.
Lo schema di trattamento utilizzato di solito è una combinazione di punti fissi associati a punti variabili individuati basandosi sulle otto regole previste per la diagnosi di malattia in Medicina Tradizionale Cinese.
Una seduta dura circa 20 minuti e ne sono necessarie almeno 8 a cadenza bisettimanale, con richiami, nelle forme ricorrenti o croniche, di almeno una al mese. Si utilizzano aghi sottili sterilizzati monouso e non presenta controindicazioni assolute, tranne che nelle persone che usano anticoagulanti orali a causa rischio di sanguinamento nella sede di infissione degli aghi.
Preparazione e modalità di esecuzione.
Non è necessaria alcuna preparazione specifica. Di solito si effettua sul lettino in posizione supina e le zone più interessate sono gli arti e per questo motivo non vanno indossati abiti stretti. Chi effettua agopuntura deve portarsi da casa un plaid per coprirsi gli arti durante la seduta. In alcuni casi di lombalgia anche in piedi e associata a movimenti di flesso-estensione e rotazione del dorso.
L’infissione degli aghi provoca un leggero fastidio ma sopportabile. Nelle persone che hanno paura degli aghi, in particolare i bambini, si possono stimolare manualmente i punti interessati.
Cefalea: quello che devi sapere per ottenere un risultato eccellente dalla visita specialistica. (Liberamente tratto da Headache 2009 – La rivista della Società Americana della Cefalea. Traduzione a cura del Dr. Giuseppe D’Alessandro. Dir. Neurocentervda)
Non importa quanto ben preparato puoi sentirti, ma quando sei davanti al medico spesso non trovi le parole per dire tutte le cose che ti preoccupano e alla fine ti resta la frustrazione di aver sprecato una visita. Questo è particolarmente vero per coloro che soffrono di mal di testa, un disturbo in gran parte di natura soggettiva e in cui la descrizione accurata e concisa della cefalea è fondamentale per facilitare la diagnosi e di conseguenza della migliore terapia.
Come paziente affetto da cefalea, che cosa puoi fare per ottimizzare i benefici che deriveranno dalla visita medica?
In primo luogo, devi saper che nonostante il mal di testa e in particolare l’emicrania siano patologie molto frequenti, sono relativamente pochi i medici capaci di diagnosticare e curare il mal di testa. A meno che il medico che stai consultando non sia un esperto di cefalee, è consigliabile familiarizzare con alcune conoscenze basilari della cefalea. Per esempio, e questo è un fatto sconosciuto a molti medici competenti, più del 90% dei pazienti che si presentano ad una visita ambulatoriale a causa del loro mal di testa soffrono di emicrania o di probabile emicrania. Sapendo questo dovresti trovare il tempo per imparare a riconoscere le caratteristiche comuni dell’emicrania e valutare se queste corrispondono a quelle del tuo mal di testa. Per lo scopo, su Internet si possono trovare degli ottimi siti ricchi di informazioni utili o libri di auto-aiuto da consultare, scritti da esperti o persone affette da cefalea.
Comunque, se soffri di emicrania o di qualsiasi altra forma di cefalea, la presenza di taluni elementi specifici da segnalare sarà utile al medico:
1) a che età hai iniziato a soffrire di cefalea al punto tale di non riuscire più a fare le cose di tutti i giorni? (Durante l’adolescenza? Durante la gravidanza? la scorsa estate? ieri?);
2) con che frequenza questo mal di testa che ti impedisce di svolgere le attività quotidiane si è manifestato negli ultimi mesi? (Compilare un diario per il mal di testa da consegnare al medico al momento della visita e facilmente reperibile su internet può essere estremamente utile nel fornire questo tipo di risposta e aiutare il medico ad arrivare alla diagnosi);
3) come si manifesta il mal di testa? Per esempio, il dolore quanto dura, quanto è intenso in una scala di 1 a 10, quali caratteristiche ha, dove è localizzato; sono presenti oltre al dolore, altri sintomi quali nausea, fastidio alla luce e ai rumori, lacrimazione, naso che cola, ecc.);
4) Sono cambiate le caratteristiche o la frequenza del mal di testa? (E se sì, come sono cambiati?);
5) Hai usato dei farmaci in passato per curare il tuo mal di testa e se si qual è stata risposta a questi farmaci?
6) quali farmaci stai prendendo ora per il mal di testa? (Quali sono le dosi e come ti capita di prendere questi farmaci);
7) Hai effettuato degli accertamenti per il mal di testa? (Per esempio, una TAC o una Risonanza Magnetica cerebrale o altri indagini);
8) quali sono le componenti principali della tua storia medica e quali altri farmaci stai assumendo? Porta con te tutte le cartelle mediche pertinenti. . . ma evita di strafare.
Inutile portare una valigia di lastre o riempire il carrello della spesa di documenti, scegli quelle più recenti e più importanti. Cerca con calma e prima della visita di scrivere una storia coerente, che non superi una di pagina di lunghezza, del tuo mal di testa, di eventuale altri disturbi di cui soffri e di fare un elenco dei farmaci che stai prendendo e le dosi.
Cerca di recuperare i referti o copie le di TAC o Risonanze fatte in passato, insieme alle copie di qualsiasi relazione di dimissione per ricoveri a causa del mal di testa.
Come accennato in precedenza, comincia a leggere e imparare qualcosa sul mal di testa prima di vedere il medico. Andare a visita senza sapere che cos’è un’emicrania rende più difficile il compito del medico e più lungo il percorso per giungere ad un piano di gestione efficace del tuo problema. Non esitare a porre domande del tipo: ho bisogno di iniziare una cura per prevenire il mio mal di testa? Che farmaci posso prendere se ho nausea all’inizio di un attacco acuto di mal di testa? Quali effetti collaterali mi devo aspettare dai farmaci? Quali strategie non farmacologiche dovrei metter in atto per controllare meglio il mio mal di testa? E’ controindicato il farmaco che sto prendendo adesso che sto cercando di avere una gravidanza?
In sintesi, per ottimizzare la tua visita: vieni armato di una certa conoscenza del mal di testa, una concisa storia che affronti i singoli componenti precedentemente elencati, e le relazioni di precedenti visite o copie di referti di accertamenti effettuate per il mal di testa.
Fortunatamente, se la diagnosi è accurata, e il medico ha esperienza nella gestione di disturbi del mal di testa, le vostre probabilità di miglioramento sono eccellenti.